PIANI DI SALVATAGGIO CHE RECLAMO DA ANNI
(L’Unone dei Comuni Arberia e i PISL)
di Lino Luzzi
L’obiettivo fondamentale di questa proposta di piano di salvataggio è
quello di pervenire all’individuazione di un programma organico e
coordinato di progetti e interventi, capace di inserirsi nel quadro
della programmazione regionale attraverso un processo virtuoso e di
sviluppare importanti ricadute sul piano occupazionale, economico e
gestionale del nostro ricco patrimonio storico, culturale e ambientale.
Non
vi potrà essere un reale e duraturo sviluppo dell’Arberia se la sua
classe dirigente non sarà in grado di far valere le potenzialità e le
risorse del proprio territorio nello spazio dei grandi interessi
nazionali ,tutelando la preziosa diversità della nostra cultura locale,
facendola diventare risorsa.
Se
si reclama da anni, a questo punto viene fatto chiedersi che cosa si è
fatto di concreto fino ad ora per salvaguardare questo patrimonio e se
esistono ancora margini di intervento utili a limitare i ritardi e i
danni causati alla popolazione arbereshe. Le nostre comunità arbereshe
collocate in aree decisamente interne soffrono, come tutte le aree
interne, problemi rilevanti : emigrazione, spopolamento e progressivo
sgretolamento identitario che ha bisogno della residenzialità dei luoghi
di nascita per essere tutelata e farla sopravvivere. Trovare dei
possibili responsabili non è una impresa impossibile dal momento che i
percorsi delle fasi decisionali sono state dirette da dirigenze
politiche e scolastiche, con una “società civile”non partecipe, ma
richiesta al momento di ratifiche.
Ma
non è questo il punto, la tracciabilità dei fatti è così limpida da
riempire svariate pubblicazioni da tramandare alla storia.
Ma
quale sarebbe questo lavoro di salvataggio che andrebbe fatto? E’quello
di non perdere anche il prossimo treno dei PISL Regionali riservato alle
Minoranze Etniche. Dico anche, perché al treno precedente dei PIS ( 2001
– 2007) , l’Unione dei Comuni Arberia c’era salita, gestendo fondi molto
importanti, ma rinunciando e ritardando ulteriormente tutti i
processi di sviluppo derivanti da un mancato PARCO CULTURALE PER GLI
ARBERESH. E pensare che, finalità ed obiettivi, di incentivo alla
residenzialità, fruibilità, erano stati chiaramente richiamati nelle
misure (PIS ) delle direttive comunitarie e quindi dei POR Calabria.
I
PIS del POR Calabria, ricordiamo sono partiti nel periodo
dell’approvazione della legge Quadro Nazionale n°482 del 15 Dicembre
1999. Questo per dire che siamo già da 11 anni tutelati; per dire
che all’indomani della 482, una prima fase di battaglie e
di istanze e di rivendicazioni costituzionali era terminata da anni, e
che quindi, era giunto il momento di proporsi nella seconda
fase, quella di pianificare, di agire, di mettere concretamente a
risorsa il nostro patrimonio culturale come eventuale proposta
occupazionale e propedeutico turismo culturale e sostenibile in
alternativa alle storiche miopie politiche che ingurgitiamo
da anni, proposte dai guru, detentori dei saperi arberesh, nella
visione dei loro piccoli orticelli.
Tutto ciò non ha giovato alla nostra Minoranza, ho abbastanza motivate
ragioni storiche da poter definire , per alcuni versi, una posizione
puramente strategica, demagogica, e liquidatoria, che persiste da anni.
Nella nostra Arberia, la tutela di Minoranza ha avuto e continua ad
avere un andamento difficile e travagliato. Sono venuti a mancare i
presupposti nell’asse politica e società civile, gli stessi che ci
inducono a riflettere sulla disparità di atteggiamento e di vedute sui
comportamenti e sulle cause dei ritardi, se non dei danni causati
a questa minoranza arbereshe e sui mancati effetti dei processi
evolutivi e produttivi della legge 482. Non è difficile scandalizzarsi
poi degli Indiani d’America, sul maxi indennizzo da 3,4 miliardi
di dollari per il risarcimento di liquidazione di un caso
giudiziario contro il governo USA per aver sprecato risorse destinati
agli Indiani d’America, relegati da due secoli a vivere in riserve. Sono
sicuro che gli arberesh un giorno, dopo il travaglio dello sport
preferito, del piangersi addosso e di dare la colpa sempre agli altri
arberesh litigiosi, un giorno, rifletteranno sulle vere ragioni storiche
e politiche, sulle opportunità negate e mancate, sulle cause e
soprattutto su quei personaggi ambiziosi di essere ricordati dalla
storia, senza sapere quale tipo di piedistallo li sosterrà, dopo aver
causato uno sunami etnico, paragonabile solo a storiche memorie.
Diamo tempo al tempo. E’molto lungo l’elenco delle opportunità mancate
che hanno inciso negativamente sulle nostre comunità già in fase di
spopolamento, lungo da elencare e che sommate ai danni prodotti dalla
miopia e dalle carenze evidenziate in termini dirigenziali e dai limiti
creativi e progettuali, hanno fatto si che migliaia di ragazzi fossero
educati nell’ignoranza identitaria e quindi di se stessi, sino a farli
vergognare di parlare la lingua dei loro genitori e arrossire delle
proprie origini popolari contadine, calabresi montanare e ridurli a
stranieri nella loro terra. Una responsabilità che cade
esclusivamente alle classi dirigenziali locali ed istituzionali che
hanno consentito questa violenta potatura generazionale, ma non
hanno lesinato chiedere fondi e sussidi per finalità discutibili, in
nome e per conto della nostra diversità.
La
vitalità dei paesi arberesh comincia a sbiadirsi così come il tessuto
linguistico. In molti avevamo avvertito questa lenta agonia, e a dire la
verità, con qualche iniziativa seria e a livello internazionale, abbiamo
cercato di riossigenare il malato, nella speranza di un urgente
intervento delle istituzioni locali attorno ad un tavolo comune. Ciò non
è avvenuto, i ritardi si sono accumulati, e le speranze di un tentativo
di salvataggio ancora una volta sfumato. Intanto i problemi si sono
accumulati, ed oltre agli ultimi sondaggi della Svimez sulla Calabria,
la crisi economica globale e quella occupazionale, tranne quella perenne
della “professione del politico e/o politicante “, frenano ulteriormente
quella fase di transizione nella quale le nostre aree deboli non trovano
ancora una funzione coerente da svolgere in un disegno più complessivo.
La proposta di progetto che di seguito presento è dettata anche dalla
mia ribellione, dalla constatazione che oggi con i PISL c’è necessità di
rapida attuazione del nostro ciclo progettuale identitario, nella
realizzazione di un parco culturale di progetti di rete, nel
grado di mercato dei servizi, nell’offerta di parchi tematici, di
polifunzionali di servizi adatti a valorizzare il nostro patrimonio
culturale e naturale creando percorsi virtuosi, anche, attraverso il
turismo culturale e sostenibile e frenando lo spopolamento in atto nei
nostri comuni. Questa mia proposta, trova ulteriore approvazione nella
consapevolezza che deve finire in Calabria la distribuzione da parte
dei” Mastri i ballu” di fondi destinati alla Cultura della Festa,
e non alla Festa della Cultura, come ci saremo aspettati. Tra le
tante leggerezze, il fatto di essere tutelati da oltre dieci anni senza
un piano scolastico serio, forzatamente esteso a tutta L’Arberia nei
vari cicli. Questa nostra identità che da lunghi anni fa parte del
patrimonio universale degli individui, merita più rispetto dalle
istituzioni delegate, più rispetto per la fruizione dei risultati, più
appartenenza, essere più vissuta e più partecipata e non sepolta con
il cemento armato , o essere una condizione culturale esclusiva solo
per archeologie accademiche.
Non
vi potrà dunque essere un reale e duraturo sviluppo dell’Arberia se la
sua classe dirigente non sarà in grado di far valere le potenzialità e
le risorse del proprio territorio nello spazio dei grandi interessi
nazionali. Non c’è futuro se non saprà esprimere proprie politiche
capaci di rafforzare il senso di appartenenza e lo sviluppo integrato
fra i paesi alloglotti, e proprio in forza di queste politiche bisogna
orientare le scelte in funzione di una coerente valutazione dei punti di
forza, come vuole esprimere la mia proposta, non ultima con la necessità
strategica di saper legare oltre alla mentalità collettiva,
legarsi al pensiero che questa proposta non è dettata da campanilismo ma
dalla ragionevolezza che i tempi di un progetto speciale per gli
arberesh che noi intendevamo 20 anni fa è sfumato, meglio organizzarsi
su una proposta coesa e che da garanzie, altrimenti i prossimi fondi
2013- 2020 arriveranno solo per constatare una Arberia in metastasi.
La
gestione comune dei servizi nell’Unione dei Comuni Arberia, voluta da
leggi dello Stato sull’accorpamento, non fà altro che facilitare la
definizione di un quadro programmatico di sviluppo della nostra area
come espressione di un unico progetto identitario, di una unica comunità
storica in movimento.
Ma
a questa realtà che elenchiamo nei punti di forza, registriamo tra i
tanti punti di debolezza l’attribuzione e la mancanza di un luogo
fisico centrale per tutti gli Arbereshe su cui si era potuto da molti
anni lavorare e progettare il futuro, fino ad ora mai invocato . Sarà la
storia ad occuparsi del fallimento e delle diseconomie prodotte nei
nostri luoghi di rappresentanza, temiamo le nuove Fondazioni, nominate
prima del loro statuto e senza portafoglio. Nonostante l’apprezzabile
sforzo dell’attuale assessore regionale alla Cultura dott. Caligiuri di
essersi occupato delle Fondazioni Calabresi, mi corre l’obbligo
ricordare da arberesh doc, che alla nostra Fondazione Arbereshe, oltre
all’attività di interagire, ovviamente, nelle classiche solidarietà con
le altre Fondazioni calabresi, alla valenza di rappresentare una
Minoranza etnica, occorre affiancare attività dinamiche, per esempio un
polifunzionale con personale giovane adeguato, laureato , parlante e
scrivente l’arberish e albanese, oltre un altrettanto team di giovani
operatori culturali, validi per le necessità di programmazione sulle
esigenze delle popolazioni messe a tutela. Con la finalità di
raccogliere e di catalogare, di elaborazione e distribuzione dati di un
patrimonio culturale molto ampio, in parte, raccolto e detenuto nella
maggior parte da privati. Purtroppo duole constatare che molti comuni,
nel corso degli ultimi, 50 anni, si sono dimenticati!! di deliberare per
ricerche sistematiche sul campo per il recupero della Memoria Storica
sia locale che generale. Sono chiacchiere le giustificazioni che
adducono alle esiguità di risorse economiche messe a disposizione per
la minoranza arbereshe anche prima del Progetto Cultura 2000 ,delle
normative regionali, o delle leggi. Secondo la mia opinione, si sarebbe
dovuta consorziare tutta l’Arberia e organizzare prima le popolazioni
sul senso di appartenenza ad una coscienza collettiva e iniziare man
mano ogni recupero sistematico dal momento che i detentori dei saperi ,
purtroppo, man mano vengono a mancare. Meno male che nel nostro mondo
arbereshe associazioni, circoli, singole persone etc., abbiano fatto un
lavoro utilissimo, surrogare totalmente l’assenza delle istituzioni,
recuperando quando è stato possibile, anche se occorre catalogarlo
sistematicamente. Occorre quindi, sia alla Fondazione che al
Polifunzionale, personale indispensabile a gestire una identità, una
popolazione etnica che vuole vivere il senso di appartenenza ed essere
protagonista della sua storia, partecipare alle scelte e alle decisioni,
vuole far sentire la propria voce in quanto humus dotale, convinta ormai
da molti anni, anche, di essere diventata minoranza=maggioranza. Solo
così continueremo a produrre, autorevolmente, cultura e progresso, da
quel luogo distinto e privilegiato che è stato il complesso del
Sant’Adriano di San Demetrio Corone.
I PROGETTI DI SALVATAGGIO CHE
RECLAMO DA ANNI.
Il Parco Culturale degli Arberesh dell’Unione
Arberia.
Il
progetto riservato alle comunità italo albanesi dell’Unione dei Comuni
Arberia, viene estrapolato dal Progetto Generale Minoranza Arbereshe di
Calabria, completato, nelle bozze, alla fine dell’anno 1998. Insieme ai
soci dell’Associazione Culturale Shpirti Vendit, operante a S. Demetrio
Corone, di cui mi onoro di essere il presidente, abbiamo circuitati
nell’area degli arberesh della Sila Greca, tutti i punti di forza,
utilizzando le metodologie classiche dell’antropologia culturale e della
sociologia, ovverosia,” la ricerca sul campo” e la così detta “
osservazione partecipante”. Questi strumenti hanno consentito di
aggregare, anche, una serie di informazioni ed elementi integrati
interdisciplinari (economici, sociologici, architettonici, etc.,).
Questi lavori hanno consentito la costruzione del quadro di riferimento
per l’elaborazione del progetto riservato agli arberesh della pre Sila
Greca.
Tralasciando altri particolari, contenuti nelle varie relazioni del
progetto, si precisa che l’individuazione delle aree di intervento,
rientrano nella selezione generale delle aree tematiche
geografiche storiche arbereshe. In provincia di Cosenza per esempio
abbiamo suddiviso tre aree. : l’area Arbereshe della Pre Sila Greca,
l’area Arbereshe del Pollino, l’area Arbereshe versante Tirreno, poi c’è
l’Area Arbereshe Catanzarese, l’rea Arbereshe Crotonese. Ognuna di
queste aree, nel corso dei secoli ha avuto peculiarità varianti e
specifiche, per cui si ritiene che alcune scelte in progetto sono
suffragate dalle ricerche e da evidenti elementi storico-culturali
giustificativi.
Una
cosa va comunque tenuta sempre presente che, il nostro patrimonio
identitario non è solo ricco di storia. Nella storia ci sono espressioni
di civiltà che tracciano un percorso esistenziale di valori e di
simboli. Elementi che costituiscono un raccordo fondamentale che vive
nell’humus di una appartenenza che sono la testimonianza di profondi
radicamenti come quella della tradizione. Bisogna quindi non
sottovalutare l’aspetto della Tradizione che veicola e traduce i
sentimenti fondamentali della nostra etnia: Identità, memoria e
sacralità. Questo progetto nasce nella consapevolezza che, la nostra “
Questione Arbereshe”è sempre più un fattore culturale e per questo si
inserisce in una dimensione di “ Organizzazione”, di “ Promozione”, di “
Progettualità Culturale”e quindi trova giusta collocazione con
l’azione regionale e locale nel campo della valorizzazione
ambientale, culturale e turistica.
Dagli anni 90 ad oggi, questa mia proposta si è sempre infranta nel
solito muro(politicante) di gomma, e le giustificazioni non bastano,
perché non si tratta sentimenti dettati da sola passione, è venuto a
mancare il senso progressista della partecipazione della società civile.
Ammesso che questa idea proposta venga presa in considerazione,
rappresenterà nel modo migliore riconsegnare con dignità alla storia
quei tratti distintivi e quei luoghi di eccellenza di cui il mondo
arberesh, la Calabria e l’Italia , ne ha beneficiato non soltanto in
termini culturali, ma anche economici.
L’Unione dei Comuni ARBERIA è composta da cinque paesi italo – albanesi
( Arberesh):
San Demetrio Corone – Santa
Sofia D’Epiro – San Cosmo Albanese – Vaccarizzo Albanese – San Giorgio
Albanese.
Un
insediamento che ha una delle espressioni territorialmente più valide e
compatte del patrimonio culturale. L’esistenza di insediamenti che
conservano anche nella loro conformazione urbanistica, caratteristiche
di forte tipicità, e la vicinanza geografica dei comuni, consente di
dare maggiore concretezza a questa idea di proposta ad un progetto
integrato di valorizzazione turistico – culturale della nostra etnia,
creando un effetto di immersione ambientale, capace di stimolare il
turismo culturale e sostenibile . Attualmente, la
determinazione degli effetti distrettuali, ultimamente, anche scolastico
dell’Unione dei Comuni Arberia , contribuiscono in modo stabile alla
costituzione del parco culturale .
La
proposta vuole contribuire ad inquadrare ed affrontare il problema della
tutela e della valorizzazione della Minoranza Arbereshe in maniera
innovativa e originale. Rappresenterà una esperienza pilota da
sviluppare ed estendere ad altre situazioni territoriali dei rimanenti
comuni dell’Arberia.
IL PARCO CULTURALE dell’Unione ARBERIA
Il Parco Culturale degli
albanesi dell’Unione dei Comuni Arberia sarà un insieme di luoghi fisici
all’interno dei quali sarà possibile vivere la cultura albanese:
gli edifici storici e monumentali, le piazze, gli angoli più
caratteristici dei paesi, i paesaggi e gli itinerari naturalistici più
attraenti, le testimonianze della civiltà contadina, i laboratori degli
antichi artigiani, le biblioteche, i luoghi di culto, le taverne e i
ristoranti tipici locali, i musei etnografici, centri iconografici . In
questi luoghi deve essere possibile respirare, imparare a conoscere,
sperimentare le mille forme di questa cultura millenaria fatta di
musica, poesia, arte e tradizioni. Si tratta di definire dei percorsi
innovativi e al tempo stesso semplici di fruizione, costituiti da eventi
culturali, informativi, didattici, di incontro, di momenti di vita
comune per la degustazione dei prodotti tipici enogastronomici e perché
no per cantare e ballare insieme e attrarre nuovi flussi turistici lungo
tutto l’arco dell’anno. Un impatto significativo in termini di coesione
territoriale e quindi la determinazione di effetti distrettuali e di
sistema per quanto riguarda l’offerta culturale.
Occorre quindi :
1
La corretta, qualificata e incentivante
destinazione d’uso dell’ex
COLLEGIO di SANT’ ADRIANO.
2
Potenziare e qualificare i luoghi predisposti
alla divulgazione e diffusione dei contenuti culturali .
3
Interventi per la valorizzazione e la
diffusione diretta delle risorse.
Interventi per l’integrazione a livello di sistema
territoriale locale delle risorse.
4
Interventi per il recupero e la messa in rete delle risorse.
5 Attivazione nei comuni dell’Unione Arberia di
uno o più centri culturali, collocati lungo i percorsi tematici, come
luoghi natii di poeti e scrittori, luoghi descritti da artisti e
letterati, luoghi con rilevanti emergenze culturali ed ambientali.
6
Interventi di recupero di almeno una “
Gjitonia “ vicinato,come edilizia residenziale
(La struttura di architettura etnica più importante della cultura
arbereshe.
All’interno della gjitonia avveniva tutta l’attività politica e sociale
della famiglia e con leggi che si basavano esclusivamente sul rispetto
dei ruoli).
Sarebbe auspicabile il ritorno dell’idea di “ paese albergo “utilizzando
un centro storico in funzione, quindi insieme all’attuale popolazione
insediata.
7
Qualificazione e valorizzazione di un insieme
di aree di grande valenza paesaggistica presenti nei territori
dell’Unione dei Comuni Arberia.
8
Interventi per la messa in sicurezza di aree
storiche rurali individuate nei 9 percorsi turistici nel
territorio di San Demetrio Corone, con impianti complementari
finalizzati a migliorarne le condizioni di accesso e fruibilità e la
riqualificazione attraverso interventi di ingegneria forestale e
naturalistica che privilegino il recupero della flora autoctona.
Interventi estesi a tutti i percorsi interessanti dell’area dell’Unione
Arberia.
9
La promozione dei prodotti tipici locali,
l’enogastronomia, la “ Sagra del Suino nero di Calabria”, fanno parte
del programma del Grande Evento delle “Giornate Medievali”.
L’approccio integrato al problema della valorizzazione delle risorse
culturali, la messa a sistema e a reddito le risorse a livello locale,
la centralizzazione in strutture qualificate delle fasi più complesse
dei processi sono i modelli che sottendono l’approccio adottato in
proposta ed esplicitato nelle relazioni.
Per
avere una architettura completa della proposta PARCO CULTURALE Unione
ARBERIA, bisogna prendere in considerazione tutti gli anelli
individuati per la realizzazione di quelle azioni che, per la loro
complessità, per realizzare le giuste e le necessarie economie di scopo,
di scala e di rete, per la loro valenza strategica nei confronti degli
interlocutori esterni, devono essere necessariamente affidate a nuove
strutture ubicate presso
-
IL COMPLESSO dell’ex COLLEGIO DEL SANT’ADRIANO,
per ridare una corretta qulalificata e incentivante destinazione
d’uso con un identificato
POLIFUNZIONALE DEL SANT’ ADRIANO
-
FONDAZIONE della MINORANZA ARBERESHE di
CALABRIA che operi a livello regionale con adeguate
professionalità come nodo di coordinamento e soprattutto di
programmazione delle diverse realtà locali arbereshe della Calabria.
Era da anni che predicavo su una struttura operativa permanente che
desse garanzie di efficienza e professionalità nella
concretizzazione di progetti culturali meritori e che ottimizzasse
e potenziasse le esperienze sinora condotte.Si auspicano, per
correttezza, figure professionali , almeno, parlanti e scriventi l’arberish
e l’albanese.
-
Un CENTRO POLIFUNZIONALE con funzione di
raccolta , catalogazione, diffusione e messa in rete del patrimonio
della cultura materiale e immateriale, di favorire, quindi l’accesso
al patrimonio librario e archivistico della Minoranza al sistema
bibliotecario archivistico nazionale,
-
che integri al suo interno una BANCA DATI ,
di testimonianze e materiali storici, urbanistico,archivistici,
etnologici folklorici e sociologici, quindi di raccolta di
diffusione e messa in rete.
-
Obiettivo di fondo è quello di pervenire alla
realizzazione di un SERVER di banca dati informatizzata con
redazione di produzione e post-produzione di materiali audiovisivi
DVD – CD , pubblicazioni varie di documenti, di carte, variamente
finalizzati al turismo, alla ricerca etc..
-
Un POLIFUNZIONALE che integri un CENTRO
CULTURALE per attività di ricerca, sperimentazione e
documentazione sui problemi riguardanti la storia, l’economia, le
tradizioni, il patrimonio culturale, artistico e linguistico, con la
presenza di
-
UN’ALTA SCUOLA da destinare nella
recuperata e arredata ala nord-est del Sant’Adriano finalizzata ad
aspetti socioculturali, soprattutto a temi non più
trascurabili come : rapporto internazionale con l’Albania e
gli altri paesi del Mediterraneo, come il RISORGIMENTO, la
figura di SAN NILO (meriterebbe almeno una piazza o una via, se
dovesse esserci già, renderla visibile) e affrontare seriamente il
RECUPERO DEL ROMITORIO di San Nilo nel vallone di Sant’Elia .
UN’ALTA SCUOLA sul divenire della società,
ambiente, agricoltura, sulle nuove vie dell’economia, dell’occupazione
sul futuro dei giovani, far partire, quindi, attività seminariali
, garanti di evidenti ripercussioni sul Turismo Congressuale,
Culturale e Sostenibile.
- Intervenire sulla
cosiddetta casa del rettore ( ex scuola per l’agricoltura), per dare
anche una funzionalità d’uso ai tanti indirizzi che non mancano in
un complesso come il Sant’Adriano, e intervenire e mettere in
sicurezza alcuni particolari sfuggiti alle attenzioni.
-
Nel recupero e valorizzazione dei luoghi dei beni
artistici e monumentali, alla CHIESA DI SANT’ADRIANO
occorre incentivare la presenza di una guida turistica per arginare
l’indecorosa attività di gratuite interpretazioni verso i visitatori
e turisti. Qualche saggio si è vissuto su reti multimediali e anche
attraverso canali televisivi privati, incentivati con soldi
pubblici. Oltre l’incentivo guida, sarebbe non impossibile
utilizzare i canali della moderna comunicazione, dell’uso
multimediale cellulare, a mezzo di gettone partecipativo , anche
con cuffie individuali per essere informati su dati e notizie
ufficiali sugli aspetti storico architettonici di questa chiesa, che
merita rispetto. Per dipanare tutti gli aspetti, alla luce degli
ultimi interventi interni di recupero, è stato inoltrato un progetto
da parte dell’Associazione Culturale Shpirti Vendit alla Regione
Calabria, in risposta anche ad un loro bando. Evidentemente prevale
ancora la cultura della festa e non la festa della cultura.
-
L’utilizzo dei mezzi innovativi a livello di
informazione culturale, potrebbe trovare collocazione in tutti i
siti e luoghi di interesse. La chiesa di Sant’Adriano, a tutt’oggi,
soffre anche attraverso pubblicazioni sostenute da strafalcioni,
frutto dell’ormai famoso travaso di bottiglie, originate anche qui
dalle gratuite interpretazioni.
-
Si invita il Presidente pro tempore
capofila dell’Unione dei Comuni Arberia di proporsi a conoscere il
mondo associativo e del volontariato nei suoi territori e di
indire almeno una volta all’anno la “ Conferenza dei servizi
di tutte le Associazioni legalmente costituite e con atto pubblico
per garantire una corretta pianificazione di intenti e di
attività e nel rispetto degli statuti comunali.
La possibilità di concentrare in un unico luogo (
Sant’Adriano) tutte le funzioni permette di garantire la piena
fruibilità dei servizi a tempo pieno grazie alle economie di gestione
che si andranno a realizzare.
-
Per gestire il polifunzionale e le attività
derivanti dalla programmazione della Fondazione, occorre la
partecipazione delle istituzioni e solo in questo modo i fondi
destinati alle minoranze avranno una loro logica e la legge 482 e il
Coremil un loro significato. E consentirà all’Europa di continuare
ad aiutarci e noi rispondere in modo responsabile e soprattutto
produttivo. Altrimenti è meglio non prenderci in giro.!!!
-
Saranno i normali canali legali-istituzionali
con le manifestazioni di interesse estesi a tutti i
comuni arberesh, ad individuare partner privati, cooperative e
associazioni che dovranno gestire alcune attività del
POLIFUNZIONALE , anche con sistemi di volontariato e dopo una
formazione specifica,
“NONOSTANTE QUALCHE AMMINISTRATORE URLI A NON
VOLERE NEI PROPRI COMUNI, ASSOCIAZIONI TRA I PIEDI “.
Data
la valenza internazionale, il centro Polifunzionale si potrà dotare di
un altro compito importante, quello periferico del nord-est regionale
sulla catalogazione e messa in rete della Memoria Storica delle
Tradizioni Popolari Calabresi, in funzione di un’idea d’Istituto
Centrale Regionale, disegno molto a cuore e ipotizzato tanti anni fa,
dal prof. Vito Teti per la nostra regione. Sarebbe una proposta come
un ulteriore tassello di esempio di integrazione di popoli nello stesso
luogo dove una minoranza è diventata maggioranza.
Rendiamo note altre linee guida e le priorità
che andrebbero osservate per consentire nel tempo la tutela e
valorizzare le radici culturali e le tradizioni e per incentivare il
turismo culturale e sostenibile.
CALENDARIZZAZIONE EVENTI CONSOLIDATI NEI PAESI
DELL’UNIONE
-
Per consentire al Pisl un progetto integrato
relativo al patrimonio etnoantropologico all’attrazione di nuovi
flussi turistici lungo tutto l’arco dell’anno, si è pensato di
calendarizzare con una programmazione annuale , tutti gli eventi
già consolidati nei cinque paesi dell’Unione, non escluse le
nuove dinamiche di cooperazione transnazionali per altro già avviate
dal Comune di Vaccarizzo Albanese e paesi balcanici.
.
Eventi: Rassegna del Costume - Museo del costume
– Suoni di Minoranza -
Concorso enologico, produzione annuale del vino di
qualità – Appuntamenti della tradizione locale.
In
risposta alle priorità che integrino l’azione sul patrimonio
etnoantropologico con strategie chiaramente finalizzate alla
valorizzazione turistica, all’aumento della qualità di vita ed alla
coesione territoriale si è progettato un Grande Evento già
cantierabile, come recupero di luoghi e sostegno ad attività produttive
pertinenti, un
LABORATORIO PRATICO DELLA MEMORIA STORICA
(della Cultura Materiale e Cultura Ideale)
-
I L G R A N D E E V E N T O
PROGETTO
INTEGRATO STRATEGICO SUL TURISMO CULTURALE SOSTENIBILE ED
AGROALIMENTARE
S. Demetrio Corone e l’Unione dei Comuni Arberia
T I T O L O
L E G I O R N A T E M E D I E V A L I
“ LA FIERA DI SAN BARTOLOMEO E IL PALIO DI
SANT’ADRIANO “
( VEXILLUM IUS REGALE )
Rievocazione Storica annuale – San Demetrio Corone (CS) – Agosto,
23/28
Idea, Elaborazione, Pianificazione : Angelo Luzzi
Copyright 2009
©
UN PROGETTO INTEGRATO E STRATEGICO LOCALE SUL
TURISMO
DI ALTO PROFILO SCIENTIFICO PER UN EVENTO
ARTISTICO
DI ASSOLUTO VALORE CULTURALE
La
location del Collegio italo – albanese di Sant’Adriano sarà un museo
dinamico a cielo aperto, un teatro all’aperto dove il turista, lo
spettatore, il visitatore diventa partecipe, assapora, consuma e vive
l’effetto dell’immersione ambientale in un luogo ricco di distinzioni e
di eccellenze, da dove più di mille anni si ripetono parte di queste
gesta (iniziando dai Calligrafi di San Nilo, con l’imbrecciatura delle
pelli, ai giorni nostri). Torneranno complete le scenografie degli
avvenimenti preparate (maniacalmente) con la dovuta professionalità, e
si ripeteranno nello svolgersi dinamico del tempo finalizzati a vivere
una sorta di comunicazione arcaica; una macchina del tempo
caratterizzata da un coacervo di funzioni, culture, messaggi simbolici
che una cultura attraverso il canto, la corporalità e la gestualità
condivide, comunica e definisce la propria identità, quella arbereshe e
nonostante tutto, purtroppo, ancora sconosciuta alla maggior parte degli
italiani e stranieri. Sarà quindi la rievocazione storica, questo
“Grande Evento” a interpretare in tutta la sua bellezza, storia, arte ,
scienza, religione, la cultura delle tradizioni popolari e quella della
produzione dei prodotti tipici e genuini e dell’enogastronomia , la
cultura materiale e la cultura ideale di tutta la diaspora arbereshe.
Sedimenti vibranti di memoria da proporre sia per rafforzare e ritrovare
i valori di una identità opacizzata, sia perché il bene culturale
possa riverberare nel vissuto di ognuno, anche nel turista informato,
sia per una visione ancor più positiva del futuro da vivere in armonia,
fatta di concretezze in un panorama sociale europeo che,
nell’esaltazione delle sue diversità, trova l’essenza più vera per la
costituzione della sua Unità.
Il
progetto sufficientemente articolato indicizza la sua elaborazione su
alcuni sostanziali temi:
BASILIANESIMO, SAN NILO E SPIRITUALITA’ BIZANTINA – MEDIO EVO –
RISORGIMENTO - IL DIVENIRE DELLA SOCIETA’ – TRADIZIONI POPOLARI,
promuove altresì
L’ENOGASTRONOMIA TURISMO CULTURALE E SOSTENIBILE –
IL TURISMO RELIGIOSO E CONGRESSUALE,
ingloba
UN COMITATO SCIENTIFICO e si orienta al raggiungimento dei suoi
obiettivi attraverso la mediazione dell’analisi SWOTT : punti di Forza –
Punti di debolezza –Obiettivi generali e specifici – Fattibilità –
Rischi – Opportunità – Finalità.
ll
compito del recupero sistematico delle tematiche dell’evento viene
affidato ad un Comitato Scientifico, attraverso il qualificato apporto
di illustri accademici . Etnografi, etnomusicologi, socio antropologi,
demologi storici, linguisti, economisti, letterati, esperti del turismo
e delle istituzioni , registi, esperti delle tradizioni popolari,etc.,
Il materiale sarà raccolto e catalogato per la diffusione e la messa in
rete , per la sua valorizzazione.
Per
la realizzazione del progetto è occorsa una bibliografia di 85 testi
, 25 relazioni tematiche, 19 progetti preliminari, di cui tre
strutturali per l’area evento.
Nella calendarizzazione dell’Evento,
un
avvenimento che meriterebbe essere organizzato e rimodulato è che
concorrerebbe ad arricchire il Parco Culturale è
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IL FESTIVAL della CANZONE ARBERESHE, un
contenitore , dopo i primi 5 anni, strutturalmente vuoto.
Sgomberando il campo e rigettando con forza il pettegolezzo, il sentir
dire, le banalità che hanno come sede la strada, la piazza, il bar e
invitando tutti ad una riflessione serena, al dialogo , al confronto,
alla discussione e nelle sedi opportune, abbiate venia della mia
tribolazione e consentitemi nella stesura di non tradire il mio
carattere e la mia coscienza libera o la mia natura di anima ingenua.
Fin
dalla sua prima manifestazione ho sempre sostenuto l’idea festival
validissima. Con altrettanta sincerità, mi permetto di osservare che,
ogni fatto umano non è perfetto e pertanto l’organizzazione festival,
necessitava di correzioni e miglioramenti subito dopo i primi tre anni.
Duole osservare che, a tutt’oggi si persevera negli errori, e nel
pressappochismo festivaliero; addirittura l’accentrata invadenza
politica e le evidenti attenzioni di uno sfrenato protagonismo edonista
infarcito con acrobazie di millanteria culturale hanno ulteriormente
incrementato la disaffezione della gente alla partecipazione e
appesantito l’aria del consenso, tanto da affermare che, negli ultimi 25
anni si è concorso esclusivamente per arraffare i premi in palio,
disponibilità permettendo, ignari dello spessore di una
manifestazione mai decollata. Il calo delle presenze è stato
tangibile fin da allora, e non è tardato l’esodo di figure artistiche
che avrebbero potuto apportare sostanziali benefici al contenitore
festival e all’intero settore musicologico e coreutico arbereshe. Non
siamo in pochi ad affermare che il sistema, ci ha privati della
partecipazione “all’idea di quel disegno concreto che è l’anima
metodologica e accademica di qualsiasi festival che si rispetti in
Italia e nel mondo”. Di questo avevo parlato personalmente con il
compianto avv. G. D’Amico in una riunione , non sono valsi neanche i
miei appelli disinteressati dalle emittenti radio televisive. Solo il
compianto avvocato G. D’Amico e il prof. A. Solano avevano intuito la
mia riflessione ed erano disponibili ad una mia relazione, mentre per
quanto riguarda i rimanenti, gli era venuto a mancare il terreno sotto i
piedi ancor prima di dialogare.
Almeno l’ideatore del festival, nei primi anni, una giustificata
soddisfazione l’aveva raggiunta cioè quella di un momento aggregativo
annuale degli Arbëresh della diaspora a San Demetrio Corone, e di aver
fatto assurgere il Festival a simbolo degli Arbëresh e bandiera di tutte
le battaglie che si sarebbero combattute. Mi propongo di pubblicare
l’opinione completa sul Festival prossimamente nelle pagine della
rubrica l’Opinione di Lino Luzzi su Arbitalia. Intanto, è doveroso
inserire degnamente il Festival della Canzone Arbershe nel Parco
Culturale e onorare fino in fondo la memoria dell’ideatore che ebbe a
dire nel 1986 ”: Il festival è diventato il simbolo della nostra gente…e
poiché è la bandiera di tutti gli Arbëreshë, non deve avere colorazioni
politiche”. Santa ragione, sarà meglio evitare le invadenze politiche e
indire da parte della competenza una vera e propria gara tra le
associazioni ( di appalto) per la gestione organizzativa artistica e
culturale con lo scopo di collaborare e coadiuvare il Comune di San
Demetrio Corone, anche in risposta istituzionale agli avvenimenti e alla
delibera comunale del 18 /7/89.
Un altro avvenimento che acquisterebbe un posto
d’eccellenza nel Parco Culturale è la
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RASSEGNA BIENNALE D’ARTE CONTEMPORANEA MAGNA
GRECIA
Solo
se riuscisse a non chiudere i battenti con la presenta di 30 persone,
compreso qualche artista.
Non
si tratta di opinione velenosa, consideratela una mia critica
costruttiva, perchè attraverso le osservazioni si può migliorare ed
affrontare con maggior grinta i problemi; attraverso il sottaciuto e i
soliloqui non si è mai costruito nulla.
Le
esperienze vissute in Italia e nel mondo, ogni tanto servono a qualcosa.
La permanenza lavorativa di prestazione professionale nell’isola di
Saccasessola , difronte alla Giudecca, a Venezia per quasi due anni, mi
hanno indotto, da buon capo-settore elettrico a trascorrere, a causa
del…”.siete affamati, siete pazzi “, i fine settimana attraverso i beni
monumentali ed artistici della città lagunare, e con visite inevitabili
e indispensabili alla biblioteca Marciana , alla chiesa di San
Crisostomo e all’Arsenale della Biennale. Non sono riuscito a fare
concorrenza a Sgarbi, ma una busta di plastica colma di qualche
esperienza, l’ho portata a casa.
Sulla Biennale d’Arte Magna Gecia mi propongo di pubblicare una opinione
e la relazione di proposta sulle pagine, di Arbitalia. Intanto , so che
nonostante tutto, il progetto “ Biennale” è ambizioso ma non di
difficile realizzazione se venissero attivate disinteressatamente forme
di partecipazione su manifestazioni di interesse oppure organizzare
incontri sotto forma di audizione. Per riuscire però anche a livello
internazionale, occorre lavorare già da domani e renderla
particolare ed originale per il luogo di proposta e la filosofia dei
temi anche per l’indotto( su questo versante non mancano le idee).
Per esempio, per essere importanti le cose bisogna viverle, sentirle ,
esere attratti da interessi, vivere la Biennale pienamente e ovunque,
nell’arco dei due anni, a cominciare con un “ bando di concorso per
le scuole” riservato ai bambini ed ai ragazzi delle scuole
dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado dei Comuni
dell’Unione Arberia e di tutta la Calabria. Concorso per avvicinare i
bambini al mondo dell’arte contemporanea , come conoscenza , fantasia,
emozione, patrimonio, risorsa a cui tutti fin dalla giovane età si
dovrebbero avvicinare. Articolare la manifestazione con strategie di
attrazione dettate da quel pò di inventiva e creatività sostanziale,
che vive in ognuno di noi . Pensare al Mediterraneo come
linea di frontiera dell’Arte tra il fascino del passato e la magia del
futuro, se restare o andare avanti o trovare l’energia di volare da una
situazione all’altra. Pensare di offrire un panorama il più
possibile vasto e vario dell’arte contemporanea, senza preclusioni, al
di là dei settorialismi e sudditanze ai dettami della moda e del
mercato, specialmente quello americano che, nonostante tutto, detta
legge. Ricordare le altre espressioni che si legano, l’Arte della
musica, della fotografia, del video, Arte della Sovrapposizione etc….
Nonostante la Biennale Magna Grecia si avvia al suo decimo anno di vita,
siccome fino ad oggi attraverso i vari cataloghi pubblicati non ho
intravisto uno staff organizzativo, mi permetto di suggerire
l’indispensabile presenza di un Presidente, di un Direttore
Artistico, di un Comitato Organizzatore, di una Commissione Interna, un
Consulente Esterno di Direzione, ed un Organizzatore dell’evento.
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Completamento e fruizione del TEATRO DEL
FOLKLORE
Anello importantissimo delle strutture qualificate del Parco Culturale
sarà il Teatro del Folklore, ormai giunto alle fasi della sua
ultimazione. Una volta attivata l’unità di gestione e lo staff
organizzativo di teatro stabile con direttore artistico, sicuramente
esprimerà al massimo il suo ruolo dinamico identitario nei diversi
contesti della nostra cultura coreografica, musicale, comportamentale ,
nelle forme di rituali tradizionali, di rappresentazioni sacre , di
teatro popolare. Sarà essenziale per la lingua, per tutta la
cultura ideale nella rappresentazione della narrativa orale
formalizzata, ai formalizzati cantati, nei canti collegati al ciclo
della vita, ciclo dell’anno, canti di lavoro, nei canti narrativi, canti
religiosi e sena dubbio nei canti lirico – monostrofici popolari come
il “ Vjersh” ed altri.
E
senza dubbio il teatro verrà certamente incontro ai diversi gusti del
pubblico, anche qui nei diversi contesti. Un fatto è certo, la ricchezza
del teatro è tale da rappresentare lavori multi – disciplinari in una
continuazione infinita.
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TURISMO CULTURALE E SOSTENIBILE –
ENOGASTRONOMIA
Non
ci sarà da stupirsi se nel Parco Culturale si colgo l’importanza
del turismo culturale e sostenibile, l’enogastromia, agroindustria
come nuova frontiera per la nostra sopravvivenza etnica , seguendo,
magari, qualche teoria di Paolo Leohn nel rapporto tra
Innovazione, Economia e Beni Culturali e le indicazioni del prof.
Tullio Romita.
.
Certo il turismo da solo, come si è verificato in tutto il mondo,
non può bastare a risollevare le sorti di una economia debole ed
emarginata. Non è sufficiente ma è strategico, anche perché è
risaputo, che in posti dove si sta bene in vacanza, tutti sono più
disponibili lavorare e ad avviare nuove iniziative economiche.
A
questo punto in tutta l’area del Parco Culturale, cioè in tutti i paesi
arberesh dell’Unione dei Comuni Arberia, occorre il completamento della
toponomastica bilingue avviata e un
SISTEMA DI INFORMAZIONE TURISTICA
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PROGETTARE LA TOPONOMASTICA TURISTICA –
SERVIZI - IL DECORO E VERDE PUBBLICO.
Una
bozza di progetto generale e molto particolareggiata “ Toponomastica
Turistica – Unione dei Comuni Arberia “ è stata già approntato da: Shpirti
Vendit –Genius Loci - Associazione Culturale e di Promozione Turistica –
Tradizioni Popolari . Si tratta di un progetto rispondente ad una vera e
propria strategia della comunicazione su tutti i livelli e
attraverso luoghi regionali e nazionali con specifiche modalità di
segnalazione, oltre ai consolidati punti informativi.
SHPIRTI VENDIT – GENIUS LOCI
Associazione Culturale e di Promozione Turistica
-Tradizioni Popolari
CF: 97022950782 Sede C/da Sepe n°4, CAP 87069, S.
Demetrio Corone (Cs) Tel e Fax: +39 0984910711 –
Cel +39 3204856527 +39 3478167160 e-mail;
linogeniusloci@libero.it
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SISTEMA STRADALE E VIARIO
La
tutela delle comunità linguistiche e culturali riguarda anche gli
interessi socioeconomici e ambientali che formano il presupposto della
loro esistenza e conservazione. Per cui intervenire sulla viabilità e
quindi nel consolidamento e ampliamento del sistema stradale e viario
diventa una necessità. Necessità anche per tutte le infrastrutture
mancanti da sempre, come un’autostrada, un aeroporto, un porto
funzionale, una ferrovia ad’alta velocità o due binari elettrici,
direttrici viabili di comunicazione trasversale, metropolitane leggere
che partono dall’Unical per raggiungere Cariati e Oriolo, o viabilità
strategiche tipo Sibari Sila.
Sulla Sibari - Sila , la mia opinione prossimamente su Arbitalia. Sembra
il progetto di un palazzo, iniziato, però, dal 3° piano.
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RILANCIO del LICEO – GINNASIO di San Demetrio
Corone
Nessuno ormai può tirarsi indietro alle dinamiche e moderne iniziative
del Preside Jaconianni…
Dalla data del suo insediamento continua positiva la sua pianificazione,
tanto da raggiungere in breve tempo, consenso, stima e partecipazione da
parte di genitori e studenti, a dire il vero anche dall’opinione
pubblica. La consapevolezza di frequentare un istituto di eccellenza
come quello del Liceo – Ginnasio di San Demetrio Corone e l’accresciuta
coscienza sul valore didattico, stanno spingendo questa scuola a
riposizionarsi in classifica.
Privilegi ed eccellenze uniche in Calabria sulla storia di questi
istituto, appannate negli anni e non sufficientemente difese . Sono
luoghi viventi di memoria storica, dove da sempre il pensiero, lo
studio e la riflessione classica, diventano di forte attualità nel
contesto di una società in crisi e alla ricerca di una nuova identità.
Questo istituto gode di una cattedra di insegnamento della lingua
arbereshe.
-
Sulla questione dell’insegnamento della lingua
messa a tutela dalle leggi, sarà bene adoperarsi velocemente a
rendere obbligatorie le ore di didattica in tutte le scuole dei
paesi arbereshe. Sui ritardi e sulle cause, la mia opinione quanto
prima su Arbitalia.
Senza una attenta lettura del passato non c’è futuro, e non c’è popolo
essente dal fenomeno dell’emigrazione . La Diaspora Arbereshe in Italia,
dopo le prime emigrazioni secolari, non è rimasta immune dal dramma del
Mezzogiorno e della Calabria sulle emigrazioni. Nel Parco Culturale
Unione Arberia non poteva mancare, anche nel rispetto degli indirizzi
del POR FESR Calabria sui LABORATORI DELLA MEMORIA STORICA il
capitolo di recupero sulla storia dell’emigrazione dai paesi italo –
albanesi dell’Unione Arberia.
Sarà
certamente un invito ad addentrarsi nello spaccato dell’emigrazione
negli anni passati dei nostri paesani che hanno dovuto lasciare la terra
d’origine per la seconda volta, per cercare altrove quel lavoro che in
Calabria è sempre mancato per le condizioni oggettive che conosciamo e
per i troppi e ripetuti errori dei politici. Costrizioni che uniti al
fenomeno di quelle calabresi, anche sulla “ Mano Nera” o quelle sui
drammi delle attraversate a realizzare il grande sogno americano, hanno
interessato tante persone tanto da impoverire di più di due milioni di
braccia e menti la Calabria nel secolo scorso. Dal 1876, primo anno di
cui si hanno i dati, senza farne astratta sociologia, si ha una lettura
non superficiale del dramma della Calabria, si intuisce la politica del
governo volutamente assenteista verso il sud e riteneva l’espatrio una
valvola di sfogo e una opportunità per le casse nazionali dal flusso
monetario che derivava dalle rimesse. Di sicuro quella quella eroica e
drammatica emigrazione potrà costituire la riapertura di ferite mai
guarite e momenti di ripensamento su quanto difficili fossero le
condizioni di vita nei nostri territori, quando già l’Unità d’Italia era
avvenuta da un bel pezzo , ma soltanto da un punto di vista politico-
amministrativo e non di certo sociale. Sarà bene chiedersi come mai
prima e durante il Risorgimento il popolo calabro arberesh non era
motivatamente insorto accanto alle nobili figure che ricordiamo del
Risorgimento? Siamo sicuri di conoscere tutte le ragioni culturali e
socio-politiche, che nel tempo sono state le cause di abbandono della
Calabria da parte di intere schiere di artigiani, muratori di braccianti
e contadini espulsi da una vita di miseria nelle zone di montagna
isolate e senza risorse come le nostre, e che hanno aperto la grande
Questione Meridionale mai risolta!!
Anche se in chiave diversa, è un tema, purtroppo di forte attualità, che
deve essere ripreso però con il dovuto rispetto, iniziando dai percorsi
di tutti e di coloro che si sono affermati e contribuito allo
sviluppo economico sociale delle nazioni ospitanti.
Sono
tante le nazioni che hanno ospitato e ospitano arberesh. Sarebbe un modo
rispettoso di ricordare la nostra gente, con l’istituzione di un premio,
o inserirli nel PREMIO ARBERIA, per alcuni versi già operante, anche a
completamento dei tasselli che costituiscono il nostro LABORATORIO
DELLA MEMORIA STORICA. Altra proposta, indire serate tematiche
dedicate ai temi delle personalità in questione, come può essere un
filone di serate di ballo da dedicare per esempio a ENRIQUE
CADICAMO, poeta del Tango Argentino di S. Demetrio Corone .Un evento
dedicato al TANGO , al ballo più famoso e intrigante del mondo,
provocherebbe richiami nazionali ed internazionali non secondari. (Una
piazza o una via a lui dedicata non pare visibile , nonostante sia stata
un’impresa trovare la via dedicata a Corrado Alvaro, avrebbe forse
meritato di più).
L’elenco dei capitoli di proposta è ancora lungo, figuratevi le
relazioni che ogni capitolo comporta.
Ma
noi il tempo per leccarci le ferite l’abbiamo.
A
completamento della proposta in calce, elenchiamo le zone dell’Arberia
in Calabria, suddivise in aree tematiche:
-
L’area Arbereshe della Pre Sila Greca:
Presenza di ricco patrimonio storico monumentale – Documentazione
storica Risorgimentale e letteraria della cultura italo-albanese –
Cultura Materiale – Cultura Ideale - Tradizioni popolari - Caratteri
urbanistici – Insediamenti produttivi agroalimentari ed
enogastronomici tipici.
San Demetrio Corone – Santa Sofia D’Epiro – San Cosmo
Albanese – Vaccarizzo Albanese - San Giorgio Albanese -
2
L’area Arbereshe Pollino: Conservazione
della lingua antica e della struttura urbanistica –
Tradizione folkloristica – Tradizioni religiose e
liturgiche – Musiche e canto popolare –
Arte iconografica – Già strumenti di musica
popolare.
Plataci – Castroreggio – Farneta : Conservazione
della lingua antica e struttura urbanistica, già strumenti popolari.
Civita – Frascineto – Eiannina – San Basile –
Spezzano Alb. : Tradizione folkloristica.
Lungro – Firmo – Acquaformosa :Tradizioni religiose e
liturgiche, musica e canto popolare, arte iconografica.
3
L’area Arbereshe versante Tirreno:
Cultura materiale, artigianato, tradizioni popolari.
San Benedetto Ullano – Marri – San Giacomo di Cerreto
– Cavallerizzo – San Martino di Finita – Santa Caterina Alb. – Cervicali
– Falconara lb.
4
Area Arbereshe Catanzarese: Tradizioni
popolari.
Caraffa di Catanzaro – Vena di Maida – Pizzeria.
5
Area Arbereshe Crotonese: Tradizioni
popolari
Carfizzi – San Nicola dell’Alto - Pallagorio
San Demetrio Corone,
15 Ottobre 2011
Lino Luzzi
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