Da
www.civita.info
La festa dei
camini
I
tradizionali falņ del 1, 2, 3 maggio
Il caratteristico odore di
fumo dolciastro, č questo che ti coglie per primo quando ti avvicini al "Kamino";
si sprigiona dal lentisco in fiamme, e attraversa i vicoli e scavalca le
case come per invitarti alla festa.

Non č un caso che si tratti
proprio di lentisco invece che di altre piante della rigogliosa macchia
mediterranea, il "dushku" E' lo stesso che riscaldņ gli albanesi quella
lontana notte che raggiunsero il loco di Castrum Sancti Salvatoris. Quel
fuoco, in un primo Maggio di + di 5 secoli, ha celebrato la nascita di
Civita, cosa pił di un caldo fuoco fa dą l'idea di "casa"?!

Iersera i
civitesi hanno rinnovato la tradizione coinvolgendo numerosi turisti,
nelle danze intorno al fuoco, con i canti accompagnati dagli organetti,
tamburelli e le caratteristiche karramunxat arbhėreshe (cornamuse a "canne
mozze").

Nell'aria sono riecheggiati i
classici del repertorio dei camini "............." e gli stornelli
improvvisati lapperlą.

Quella dei camini č una festa
chiassosa, sanguigna!! E infatti ieri tinte forti, le fiamme calde e
altissime, vino rosso a volontą, spezzatino cucinato ad arte e orchestrali
di strada instancabili. Ma si rivelano anche aspetti delicati, il
crepitare delle frasche tenere, il fumo profumato, le faville soffiate in
alto incandescenti, per poi ondeggiare dolcemente verso terra bianche come
fiocchi di neve.
Le fiamme
divampano in piazza e nei cuori, si vede partecipare alla festa della
gjitonia anche le signore pił anziane sedute in un cantuccio riparato,
mentre i bambini si azzuffano e si infilano sulle montagne di "dushku".

Ogni anno la festa si
arricchisce di qualcosa di nuovo, grazie alla buona Volontą e all'ingegno
dei Civitesi (vedi foto del mescitore di vino), sempre immancabile č
invece č l'orgoglio di essere Italiani al 100%... ma con qualche goccia
di sangue albanese, che pur diluito mille volte, presto o tardi si rivela
nel temperamento fiero e indomito degli arbėreshė.

Francesco Bruno