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Damiano Gagliardi, Giuseppe Carlo
Siciliano e Pirro Pano
LA
DIVERSITA ARBĖRESHE
RACCHIUSA IN
QUATTRO VOLUMI
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Lopera curata da Damiano Gagliardi
viene edita col patrocinio dellassessorato provinciale alla cultura
di Donatella Laudadio
La diversitą arbėreshė, figlia di
cinque secoli di storia, č stata racchiusa in una pubblicazione che
sarą presentata ufficialmente il prossimo mese di novembre. I
quattro volumi che la contengono sono il risultato di un lavoro a
pił voci, paziente e appassionato, che porta i nomi di Damiano
Gagliardi, Giuseppe Carlo Siciliano e Pirro Pano.
Il primo volume in 368 pagine
(quattro parti suddivise in 16 capitoli), curate da Damiano
Guagliardi, tratta i temi della formazione, della storia,
dellinsediamento e della struttura urbana delle comunitą
monitorate. Partendo dallanalisi del territorio prima della venuta
degli albanesi, lautore sviluppa tutta la genesi della diaspora
attraverso larrivo dei profughi, la loro provenienza, gli
insediamenti, le istituzioni educative e fino alla stato attuale.
Particolare rilievo viene dato alla cultura e |
alle tradizioni popolari, quali il
canto e le valle, il costume llambadhor, il matrimonio, le feste
civili e religiose del ciclo annuale. Altro tema trattato in maniera
esaustiva č lanalisi del rito religioso greco, le differenze con la
liturgia latina, gli elementi architettonici delle chiese greche,
fino alla trattazione dettagliata delle principali chiese bizantine
presenti nelle varie comunitą arbėreshe. Il volume si chiude con
lanalisi della struttura urbana tipica delle nostre comunitą, la
gjitonia, ed una testimonianza sul patrimonio librario e museale
presente nelle varie comunitą.
Il secondo
di 280 pagine (composto da due parti suddivise in tre capitoli),
interamente attribuibile a Giuseppe Carlo Siciliano, tratta della
formazione, dei luoghi di insediamento e degli uomini. Dopo una
prima trattazione dettagliata delle caratteristiche antropologiche,
storiche e culturali di 27 comunitą arbėreshe, ne analizza gli
aspetti culturali, riportando ben 459 biografie essenziali degli
uomini pił rappresentativi che nel corso di questi cinque secoli
hanno legato il proprio nome
alla politica, allarte, alla letteratura, al patriottismo, |
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alla religione, facendo assurgere le
piccole comunitą di appartenenza agli onori della cronaca e della
storia. |
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Il terzo volume di 345 pagine, frutto
del lavoro sinergico dei tre autori Siciliano, Pano, Guagliardi
traccia una breve ma esauriente panoramica della letteratura
arbėreshe partendo dalle sue origini e accompagnata da una
significativa rassegna antologica (si va dal vate albanese per
antonomasia, Girolamo de Rada, fino ai viventi, fra cui Francesco
Fusca e Zef Kakoca). Passa, quindi, ad unanalisi approfondita dei
temi canori delletnia arbėreshe, frutto di una ricerca sul
territorio effettuata dal musicista Pirro Pano, gią direttore
artistico del Teatro dellOpera di Tirana e professore di
contrabbasso presso il conservatorio nazionale dAlbania. Vi sono
inseriti testi canori popolari dai temi pił svariati preceduti da
uno studio comparativo degli elementi comuni coi canti analoghi
presenti in Albania, che ha accertato fra laltro le forti assonanze
con la terra dorigine preservatesi grazie al sostanziale isolamento
territoriale in cui hanno vissuto le comunitą nel corso della loro
storia. Il volume si conclude con una ricerca-rassegna bibliografica
che riporta ben 1183 titoli, che, se non esaustivi di una produzione
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molto variegata nello spazio e nel
tempo, di per se di difficile, se non impossibile catalogazione
completa, viste anche le difficoltą di accedere alle fonti spesso
gelosamente custodite o incoscientemente abbandonate allincuria dei
privati, riesce a dare un quadro sufficientemente chiaro e che puņ
servire da stimolo per successive ulteriori integrazioni.
Il quarto ed ultimo volume (Te
katundi arbėresh), anchesso come il primo, interamente realizzato
da Guagliardi, racchiude in 199 pagine, unantologia fotografica di
oltre 350 immagini in gran parte inedite, che funge da compendio
visivo di una etnia sempre viva, vissuta con uno spirito di
integrazione nel tessuto sociale, civile e politico della patria di
adozione che non ha eguali nel resto del territorio nazionale. Si
tratta di un vero e proprio cammino fotografico che ha come
protagonista il villaggio arbėresh e la donna che in esso vive. La
seconda parte č interamente dedicata allopera di Petrit Ceno che
alla fine degli anni 70 ha riportato sulla tela i colori e le
sensazioni de I canti del Milosao del Vate Albanese. Il materiale
proviene in gran |
parte dallarchivio del centro
iconografico arbėresh di Mongrassano e dallarchivio privato della
famiglia Gagliardi.
«Lopera dichiara lesponente
regionale di Rifondazione Comunista che ha curato lintera
pubblicazione non riveste i caratteri di un pubblicazione
scientifica, ma si propone come un lavoro divulgativo e
rappresentativo delle comunitą arbėreshe, realizzato attraverso una
miscelazione tra immaginazione e narrazione. Essa rappresenta pił
propriamente unescursione in forma antologica nel patrimonio
culturale delle comunitą arbėreshe del cosentino». La pubblicazione
nasce anche «grazie allentusiastico sostegno dellassessore alla
cultura della provincia di Cosenza, Donatella Laudadio e
allispiratore del progetto, il consigliere provinciale Giorgio
Chinigņ, arbėresh di San Giorgio Albanese.
Nella sua prefazione lassessore
Laudadio parla di «Opera monumentale unica nel suo genere,
trattandosi di uno studio completo e documentato |
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della cultura e della tradizione
delletnia arbėreshė affrontati attraverso un approccio integrato
che va dalla prospettiva antropologica a quella storica, da quella
linguistica a quella della cultura materiale, da quella letteraria
alle arti figurative e musicali, dalla ritualitą religiosa alla
configurazione architettonica, al catalogo degli uomini illustri, il
tutto corredato da uno splendido corredo fotografico. La provincia
di Cosenza č particolarmente lieta di aver promosso questo
contributo alla conoscenza della risorsa e della cultura arbėreshe,
attraverso questopera, magistralmente condotta dallassociazione Lidma,
attraverso due studiosi del calibro di Guagliardi e Siciliano, che
hanno coniugato lamore per la propria cultura con lorgoglio di
appartenenza e la passione civile».
Raffaele Fera |
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